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Imboscato….a chi?

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In giro per negozi con amici , mi capita di entrare in un negozio di quelli un po’ costosi, pieno di cose belle e stra-firmate. Chiaramente i prezzi confermano il target : una semplicissima canotta bianca costa duecento euro . Il titolare del negozio, spiritoso e “filone” al punto giusto, illustra il valore della sua merce non tralasciando neppure che il più noto architetto italiano fa incetta delle sue camicie e  delle sue maglie stratosferiche… Un bel “chissene” a questo punto ci stava; lui nota la mia espressione perplessa e fa la fatidica domanda:” …e lei? Che lavoro fa?”. Quando rispondo che faccio l’insegnante , sorride, benevolo e compassionevole,  e ribadisce: ” Ah, capisco…. fa parte della categoria “imboscati”..”. Gelo. In silenzio (accidenti a me, perché quando mi arrabbio mi mancano le parole???) esco dal negozio seguita dai miei amici.

Definizione di” imboscato” (da Sabatini- Coletti):

  • agg.
  • 1 Nascosto, rintanato nel bosco: temere l’attacco di uomini i.
  • 2 Di derrate alimentari, merci, sottratte alla consegna: farina i.
  • 3 estens. Che riesce a sottrarsi a lavori faticosi, impegnativi, di responsabilità: impiegato i. ai piani superiori

Penso proprio che il mio “amico” si riferisse al terzo significato dimostrando, con le sue parole, ciò che era già evidente nel suo aspetto e nel  modo di illustrare la sua merce.  Modo che si addiceva più ad una bancarella di mercato che non ad un negozio pretenzioso ..ma , ahimè!! Il “povero” non è probabilmente riuscito a scrollarsi di dosso quella manieristica tipica di alcuni vecchi commercianti che cercavano , anche con la menzogna, di  accappararsi il cliente, a tutti i costi.

Senza infierire troppo a lungo sul “deficiente” (seguirà definizione…)  mi fermo a riflettere.

L’ opinione pubblica, come è noto, non ci ha mai perdonato la famigerata” estate a casa” e la “mezza giornata” (quante volte mi sono sentita dire: ” Il tuo lavoro sì che è adatto ad una donna…all’ una-!!!!?????? -sei a casa a disposizione della tua famiglia …sigh!). Inutile spiegare che spesso non è tutto come appare, che il nostro lavoro è usurante e faticoso , che i bambini richiedono energia, che , certe mattine, non  riusciamo neppure a prendere un caffè o ad andare in bagno, che le nostre giornate sono ben più lunghe di quattro ore. Ci ho provato, ma non ho mai convinto nessuno. Prendo atto:  non faccio un lavoro troppo faticoso per la maggior parte di coloro che mi circondano.

Sull'”impegnativo” la percentuale si abbassa: l’impegno  di noi insegnanti è per lo più riconosciuto. Almeno fra quelli che mi sono vicini.

E arrivo alla responsabilità: no, questa al deficiente proprio non gliela passo…

Come si fa a sostenere  che chi forma, educa e si occupa dei giovani  non svolga un compito di responsabilità?

Noi maestri abbiamo forse la responsabilità più alta:  è incommensurabile i danni che si possono arrecare ad un bambino dai 6 ai 10 anni .

Non mi riferisco certo solo al sapere o al non sapere le tabelline, come forse crede il volpone.

Penso all’individuo nella sua interezza, alla stima di sé, alla costruzione di personalità ben strutturate, alla tolleranza, all’accettazione dei propri limiti….certo lui non sa che occorre controllare anche la propria mimica facciale di fronte ai bambini. Chi glielo spiega al “camiciaio”? Lui, poverino si occupa di oggetti inanimati… magari belli, ma inanimati.

Parlandone e riflettendone con gli amici, uno di loro, chiosa:” Tante belle parole, Francesca…ma a fine stagione lui se ne va dall’altra parte del mondo a godersela…e noi? “. Vero, verissimo. Ma dovrà sempre tornare a vendere camicie…e io non lo invidio.

Preferisco l’umanità .

Chiudo con la definizione di deficiente (dal Sabatini-Coletti) :

  • agg. Che presenta carenze, in assoluto o relativamente a qualche ambito (specificate con in) SIN insufficiente, manchevole: relazione in molti punti d.
  • s.m. e f.
  • 1 med. Persona dal livello intellettivo inferiore alla media
  • 2 spreg. Imbecille, cretino, stupido: sei un deficiente!

Decisamente numero2.

Quel giorno il povero camiciaio non immaginava neppure la spietata analisi che lo aspettava….MAI OFFENDERE UN INSEGNANTE…..

Autore:

Non ho particolari talenti. Sono solo appassionatamente curioso. Albert Einstein

3 pensieri riguardo “Imboscato….a chi?

  1. Io ho passato gli anni ad arrabbiarmi, a cercare di spiegare, a raccontare ció che facciamo e nessuno sa….. Poi ho capito che non ne vale la pena e mi limito a rispondere ” ti sbagli! Io lavoro molto meno!”.
    Di solito, quando arrivo a questa frase, sono anche consapevole che non ci saranno altri colloqui tra me e quell’interlocutore. Ma la cosa che mi fa piú male…diciamocelo…..è che qualche collega cosí io ce l’ho…….

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    1. Anch’io come te mi sento stanca ….a volte provo fastidio anche solo ad ascoltarmi ripetere le stesse cose. Ciò che mi ha infastidito di più però è essere trattata con sufficienza da uno così. Poi, è chiaro, sui torti e le ragioni possiamo discutere…ciao Marina!

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